Filippo Gavazzoni: «Ragioniamo insieme sul Coregone lavarello. Un buco generazionale?»

Un disegno del Coregone lavarello

S’è creato un “buco generazionale” per il Coregone lavarello sul Lago di Garda? La domanda me la pongo soprattutto dopo aver valutato le evidenze degli ultimi due anni precedenti l’attuale, che ha finalmente visto l’estensione di 15 giorni del divieto di pesca (ora fino al 31 gennaio) necessario a preservare la riproduzione naturale, riaperta appunto oggi.

Dico questo perché il termine del divieto di pesca a tutela della riproduzione, almeno negli anni precedenti, è terminato proprio durante il culmine o quasi della riproduzione (frega) del Coregone lavarello, in quanto la temperatura dell’acqua era tale che il pesce ha percepito molto in ritardo lo “stimolo” termico alla riproduzione, rendendo poco efficiente il divieto allora vigente (15 gennaio) a causa di inverni ormai troppo miti. Risultato? Furono regolarmente pescati quintali di lavarelli in piena riproduzione, quindi pieni di uova. Questo prelievo, reso facile e molto efficace dal fatto che questo pesce frega in acque bassissime, ha di fatto sottratto tanti riproduttori e uova che non sono state quindi deposte, creando i presupposti per “buco generazionale”. Quali effetti? In prospettiva una probabile diminuzione numerica di questo pesce, che già pare essere abbastanza palese.

Questi effetti infatti dovrebbero vedersi quando il Coregone lavarello, sul Lago di Garda, raggiunge la dimensione regolamentare per la pesca, quindi da circa il secondo (terzo) anno di età, quando arriva cioè oltre i 30 centimetri di lunghezza. Questo è quanto si evince guardando le tabelle di accrescimento di N.Giarola ed Enzo Oppi pubblicate nel 1986, dal titolo Biologia e pesca del Coregobe lavarello (Coregonus forma Hybrida) nel Lago di Garda. Fortunatamente quest’anno la deposizione è stata, come detto, tutelata; il pesce ha fatto ciò che natura lo induce a fare ed il meteo lo ha anche aiutato, risparmiando il Lago di Garda da eventi eccessivamente avversi, preservando così le uova deposte sui fondali, certamente tra i fattori di maggior successo nella riproduzione.

Questo discorso dovrebbe valere anche per l’Agone (sarda di lago), che depone proprio adesso, nel periodo in cui la pesca ne preleva grandi quantità, in questo caso però in modo duplice, in quanto viene pescato sia dai professionisti quanto dagli sportivi, che riescono a pescarlo solo in periodo riproduttivo.
Ci sono ancora delle cose da sistemare nel nuovo regolamento di pesca sul Garda, soprattutto dettate dai cambiamenti climatici, che indiscutibilmente incidono sul periodo riproduttivo. 

Visto il buon lavoro che il tavolo interregionale di lavoro “Pesca-Habitat-ittiofauna” ha fatto, da quando è nato nel 2021, spingendo per questa proroga al 31 gennaio che ha certamente evitato ulteriori criticità, almeno per il Coregone lavarello, mi auguro che il lavoro continui e che il nuovo regolamento sia solo l’inizio di un cambio di mentalità e di approccio alla pesca e alla tutela della biodiversità gardesana; ogni pescatore sportivo e non dovrebbe essere in prima fila per questo. Ci sono infatti tante altre specie che devono godere della stessa attenzione e tutela dedicata a questo pesce. E’ una questione appunto di biodiversità ed equilibrio.

Il disegno del Coregone lavarello in copertina proviene dal libro, che consiglio vivamente agli appassionati e curiosi, dal titolo I Coregoni «in lacubus territorij nostri» (ed. Interlinea), di Renzo Dionigi, Angelo Stella e Pietro Volta.

Filippo Gavazzoni

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